I RILIEVI TECNICI E LA MESSA IN SICUREZZA DELLE GROTTE 

Studio di rilevazione fatto all'interno delle grotte della Zolfatara, tratto dall'opuscolo PDF intitolato "La riesplorazione delle miniere sulfuree"

Il software cSurvey

Il software cSurvey, concepito come progetto (usato per le rivelazioni all'interno della Zolfatara di Predappio Alta)

aperto alla comunità degli speleologi, nasce con l'ambizione di essere un sistema comple- tamente integrato per la gestione di un rilievo passando dai dati di campagna fino ad arri- vare al disegno di pianta e sezione (cEnDron 2012, p. 36). Il sistema di calcolo di cSurvey è basato su Therion, un software altamente sofi- sticato capace di fornire un incredibile numero di funzionalità, ma poco diffuso nella realtà speleologica italiana a causa della mancanza di un'interfaccia utente amichevole e della sua, apparente, complessità d'uso. Il connubio tra i due software permette un utilizzo traspa- rente perché l'uso avviene tramite un'interfaccia utente molto più amichevole e completa. Il software contiene molteplici funzionalità come 'Resurvey', che sicuramente è stata la più ri- levante e decisiva per realizzare la ricostru- zione della solfatara. Lo scopo di Resurvey è permettere di ricostruire la poligonale di una cavità partendo dai disegni di pianta e sezione longitudinale. Si tratta di una funzione matematicamente molto semplice, il cui pregio risiede nella co- moda interfaccia grafica ed in funzionalità ag- giuntive. Caricate le immagini di pianta e sezione, il rilevatore dovrà posizionare i singoli capisaldi, specificando quale dei capisaldi dovrà essere utilizzato come origine (primo caposaldo) del- la futura poligonale; successivamente, mano a mano che verranno definite nuove stazioni, dovrà avere cura di costruire i collegamenti tra queste ultime: collegamenti che, una volta ultimato il lavoro, diverranno le battute della poligonale ricostruita.

La ricostruzione 3D


La ricostruzione è partita dal rilievo effettua- to da uno degli autori, Lucchi, nel 1985 con la collaborazione dello Speleo Club Forlì (lucchi 1991, p. 133) (fig. 6). Gli autori hanno rilevato, durante la visita odierna alla solfatara, alcu- ne misure aggiuntive di direzioni e altezze che rendessero più agevole le operazioni di rico-

Fig. 9 - Ricostruzione 3D vista da nord.


Fig. 10 - Ricostruzione 3D vista da sud

Fig. 11 - Piano topografico del 1901, concessionario Ambrogio Stagni.

struzione. La presenza della sezione longitudi- nale rende il calcolo della poligonale completo di riferimenti altimetrici relativi e le gallerie ricostruite appaiono quindi disposte sui vari piani di quota.

Le coordinate dei due ingressi della solfatara, rilevate con il GPS, sono state attribuite ai due caposaldi che li rappresentavano, durante la ricostruzione della poligonale.

 Fig. 12 - Proiezione verticale, presumibilmente riferibile al piano del 1901.


Utilizzando la funzione Resurvey sono sta- te posizionate tutte le battute rilevabili dal rilievo del 1985, integrandole con quelle necessarie a posizionare le sezioni longitudinali acquisite durante i sopralluoghi; si ottiene quindi una poligonale ricostruita (fig. 7) da cui è possibile generare il modello 3D in forma di solido tridimensionale di approssimazione delle distanze e sezioni dei capisaldi della poligonale. Per migliorare la forma del modello ottenuto si è utilizzata la funzione di caricamento di uno sketch, un disegno (la scansione del rilievo del 1985), usandolo come riferimento per il tracciamento dei bordi del- la cavità. Questa funzione permette di fissare i riferimenti dei capisaldi della poligonale a dei punti del disegno caricato in modo da collocarlo nello spazio, modificarlo di forma e adattarlo alla posizione dei capisaldi. Si ottie- ne quindi un riferimento raster con un adat- tamento anisotropo di scala e di forma (fig. 8). Con gli strumenti di disegno dei bordi si ricalca il raster ottenendo un nuovo riferimento per il programma. La generazione del modello 3D, partendo dalla precedente forma di ap- prossimazione, genera una rappresentazione che meglio definisce la forma e il volume reali della miniera (fig. 9). La solfatara si presenta con un andamento est-ovest, con uno sviluppo longitudinale di 390 metri e un massimo disli- vello di 10 metri (fig. 10)

Paragonando il risultato della ricostruzione con il piano topografico del 1901 (fig. 11) e la sua probabile proiezione verticale (fig. 12) quando la miniera era in gestione al sig. Ambrogio Stagni, sia pure con le dovute differenze relative al progredire dei lavori, si ri- conosce chiaramente la corrispondenza delle gallerie di ingresso e della disposizione del sotterraneo.

Oggi la galleria N° 1 non è più visibile, la galleria N° 2 è l'attuale ingresso e la N° 3 è l'uscita usata nelle visite turistiche. I lavori interni a quell'epoca erano costituiti da un unico vuoto di coltivazione intercalato da colonne e le zone dei cantieri più a sud non erano ancora presenti nel 1901. Nella proiezione verticale, anche se il disegno è alquanto approssimativo, si riconoscono gli stessi ingressi ed è ben visi- bile la zona del vuoto di coltivazione intrcalato da colonne. La galleria di ricerca visibile sia nella pianta che nella sezione non è più identificabile, così come il piano inclinato che dalla galleria N° 3 portava ai forni di fusione del minerale.

Conclusioni

La forma della miniera ci mostra un andamento degli scavi che hanno presumibilmente seguito la stratificazione del calcare che qui ha una giacitura monoclinalica (lucchi 1991), approfondendosi lungo la mineralizzazione sulfurea. La miniera non presenta oggi grandi vuoti di coltivazione: le sale maggiori, infatti, misurano al massimo 30x17 metri (fig. 13). Durante gli scavi minerari è stata intercettata una sorgente sulfurea oggi raccolta in una va- sca, detta "il Lago" (fig. 14). Il software utilizzato per la ridefinizione del- la poligonale interna del sotterraneo e conse- guente costruzione del modello tridimensio- nale della miniera, permette di valutare le effettive dimensioni dei vuoti di coltivazione e l'andamento relativo delle gallerie e delle di- verse quote dei cantieri di estrazione del mine- rale, contribuendo ad una migliore conoscenza dei rapporti della Solfatara di Predappio Alta con il territorio che la contiene.

Lo sfruttamento turistico odierno, durante il periodo natalizio, rappresenta l'unico esempio di tentativo di conservazione effettuato a tutt'oggi nel territorio romagnolo di un'emergenza mineraria legata all'estrazione dello zolfo. Sicuramente non rappresenta un esempio didattico, perché nato in assoluta spontaneità, senza il supporto di quelle conoscenze storiche e minerarie necessarie per il recupero di un luogo di questo tipo. Gli stessi gestori dichiarano di non avere notizie circa la storia dell'estrazione avvenuta in questo luogo, infatti lo chiamano "La grotta", non solo per affinità linguistica alla ricostruzione del presepio, ma perché nella memoria collettiva lo scopo minerario originale della cavità si è perso. Perdita giustificata, a nostro avviso, dal fatto che l'impianto non ha mai reso quantità importanti di minerale, non rappresentando mai una realtà economica rilevante per il territorio. La vera produzione ha chiuso nei primissimi anni del '900, quindi più di cento anni fa, e la breve parentesi nel ventennio, dove l'estrazione assunse il ruolo di un'attività propagandistica del regime politico, ha assunto nell'immaginario della comunità quasi l'aspetto di una farsa.

Fonti inedite


archiVio Di stato Di boloGna, DistrEtto MinE- rario Di boloGna, 1928, Ricerca di minerale di solfo denominata Predappio, III-31-03.

archiVio Di stato Di boloGna, DistrEtto MinE- rario Di boloGna, 1958a, Ricerca di mine- rale di solfo denominata Predappio, III- 33-34-21.

archiVio Di stato Di boloGna, DistrEtto MinE- rario Di boloGna, 1958b, Ricerca di mine- rale di solfo denominata Predappio, III- 33-34-32.

Bibliografia


G. bElVEDEri, M.l. GarbEri, s. GonnElla, E. lucchi, G. rossi 2015, MinieradiPredap- pio Alta (Emilia-Romagna):ricostruzione 3D, in L. DE nitto, f. Maurano, M. Pari- sE (a cura di), Condividereidati.Attidel XXIICongressoNazionalediSpeleologia. EuroSpeleo Forum 2015, (Pertosa-Auletta, 30 maggio-2 giugno 2015), (Memorie dell'I- stituto Italiano di Speleologia, s. II, vol. XXIX), s.l., pp. 143-148.

f. cEnDron 2012, IlProgettocSurvey, "Spele- ologia Emiliana" s. V, XXIII, 3, pp. 36-45.

E. lucchi 1987, RilieviGeologicieTopografici nellaMinieradiPredappioAlta, Relazio- ne inedita.

E. lucchi 1991, Miniera di Predappio alta. Storia ed evoluzione della miniera dalla Escavazione all'utilizzo turistico-cultura- le, in S. lollEtti, M. tozzi fontana (a cura di), La miniera tra documento, storia e racconto, rappresentazione e conservazio- ne, Bologna, pp. 125-139.

P. PErini 2000, LaminieradiPredappio, "Pae- si di zolfo" I, 5, pp. 6-8.

ProVincia forlì 1866, Monografia statistica, economica,amministrativadellaProvin- cia di Forlì, Allegato 2, Forlì.

a. scicli 1972, L'attività estrattiva e lerisorse minerariedellaRegioneEmilia-Romagna, Modena.



































Fig. 13 - Vuoto di coltivazione (foto G. Belvederi).


Fig. 14 - Sorgente sulfurea, detta "Il lago" (foto G. Belvederi).

con il territorio che la contiene.

Lo sfruttamento turistico odierno, durante il periodo natalizio, rappresenta l'unico esem- pio di tentativo di conservazione effettuato a tutt'oggi nel territorio romagnolo di un'emer- genza mineraria legata all'estrazione dello zolfo. Sicuramente non rappresenta un esem- pio didattico, perché nato in assoluta sponta- neità, senza il supporto di quelle conoscenze storiche e minerarie necessarie per il recupero di un luogo di questo tipo. Gli stessi gestori dichiarano di non avere notizie circa la sto- ria dell'estrazione avvenuta in questo luogo, infatti lo chiamano "La grotta", non solo per affinità linguistica alla ricostruzione del pre- sepio, ma perché nella memoria collettiva lo scopo minerario originale della cavità si è per- so. Perdita giustificata, a nostro avviso, dal fatto che l'impianto non ha mai reso quantità importanti di minerale, non rappresentan- do mai una realtà economica rilevante per il territorio. La vera produzione ha chiuso nei primissimi anni del '900, quindi più di cento anni fa, e la breve parentesi nel ventennio, dove l'estrazione assunse il ruolo di un'attivi- tà propagandistica del regime politico, ha as- sunto nell'immaginario della comunità quasi l'aspetto di una farsa.



Fonti inedite


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Bibliografia


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a. scicli 1972, L'attività estrattiva e lerisorse minerariedellaRegioneEmilia-Romagna, Modena.

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